Franco Bianchi Poteca in Mostra

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FRANCO BIANCHI POTECA in mostra presso il Teatro stabile di Isola del Liri – aprile 2022

I lavori esposti da Franco Bianchi Poteca, segnano un percorso artistico e di ricerca pittorica che vanno dagli anni duemila ad oggi. Bianchi è architetto e docente di Storia dell’Arte, ma il suo vero e primo interesse è stato da subito la pittura, arte che ha appreso sin da ragazzo osservando dipingere il padre , Giovanni Bianchi in arte Poteca dal quale ha voluto ereditare anche il nome d’arte, “Poteca”. Nella esposizione al Teatro Stabile Comunale (FR) promossa dal Comune di Isola del Liri, ha presentato opere numerose opere realizzate nel corso degli ultimi decenni, inserendo comunque alcuni riferimenti ai lavori degli anni 80/90.

L’allestimento della mostra è volutamente casuale, non si segue un percorso al fine di documentare logiche comuni tra le prime opere e le più recenti. Indubbiamente l’architetto e l’artista entrano in contatto tra loro. Non è difficile capire che la pittura parte da un impianto geometrico che è tipico della progettazione. Da un pensiero tendente al logico ed al razionale ma che non può fare a meno di liberarsi abbondantemente nella fantasia propria del poeta, e questo di evince dalle variazioni scultoree e grafiche. La nitidezza, le “imperfezioni controllate” sono indicatori di un prova esecutiva che valuta abbondantemente il risultato dell’ immagine, ma alla base c’è un ginepraio di soluzioni concettuali – intellettuali che spaziano ovunque. Volteggiano in una fiaba che trova i suoi interpreti negli anni più lontani .

Nel quadro “Viaggio all’Equatore” del 1981 Franco Bianchi Poteca ha “generato” pittoricamente per la prima volta i suoi uccelli, prevalentemente pappagalli, che da allora, tra faville e reti concettuali accompagnano, in un racconto che ha il sapore di una interminabile storia illustrata il suo lavoro artistico. Questo volatile, insieme ad altri simboli ed a richiami “figurativi”, ha quindi preso solidità nei racconti espressivi dell’autore tanto da divenire, ai suoi stessi occhi seriale e meccanico. Quasi fosse una forma geometrica, un quadrato, un rettangolo, il pappagallo è onnipresente, la sua immagine aleggia anche quando non è esplicitamente rappresentato. Diventa così figura/forma anche all’interno di opere più’ mentali e lontane dal racconto figurativo. Un “contrassegno ” che racconta tanto e di più.

Naturalmente nel corso degli anni si è accompagnato ad altri marchi psicologici come le chat noir , gli occhiali , le cravatte, la statua, il libro, il pesce (più evidenti nelle opere grafiche e nelle fotocomposizioni). La ricerca è soprattutto personale, libera e fuori dagli schemi convenzionali. Il racconto artistico , complesso e tortuoso è impostato su conflitti e lotte di immagini e di concetti. Probabilmente una fonte di illuminazione sostanziale è lo studio dell’arte come docente e come metodico studioso. Riescono così a stare insieme principi lontani da ogni concatenazione razionale e di tempo. Sono acquisiti e rivisitati in forma nuova, opere che come in una partita a scacchi, con mosse inaspettate assumono orientamenti stilistici a sorpresa e distorsioni ottiche perfino incompatibili all’interno di una stessa immagine.

Le composizioni assumono cosi connotazioni accurate con schemi geometrici e variazioni nella disposizione dei pezzi. Nelle combinazioni compositive delle forme, Franco Bianchi Poteca , così, con lucido calcolo provoca lo sguardo dello spettatore portandolo fuori dalle usuali logiche prospettiche. All’alba di una rappresentazione informale ci si può imbattere in uno elemento minimalista o figurativo, metafisico o pop.

Una sorta di ” imprevisti collaudati ” , in quanto voluti e per niente casuali. Un percorso che trova origine nelle opere degli anni 80 e, nonostante le nuove mode artistiche, le esperienze , il vissuto, non si scolla , nella produzione attuale , da quel primo filo conduttore. E’ un tema che resiste e che Franco Bianchi Poteca non ha ancora esaurito , assume però nuove forme e si orienta verso altre direzioni. Il suo dipingere si aggiorna comunque secondo una maniera attuale. Simboli ,metafore e trame pittoriche così si rinnovano e si ripropongono rivestite e traslate in una produzione che non intinge palesemente le sue radici in una sola idea d’arte ma si sagoma in un intreccio di idee e visoni esclusive che spazia tra l’arte del primo novecento e le più attuali e contemporanee forme di arte.